STUDI – Imprese pioniere dell’IA e Italia 3a in Europa per uso dei robot nelle PMI

STUDI – Imprese pioniere dell’IA e Italia 3a in Europa per uso dei robot nelle PMI

Nel 2023 il settore dei servizi digitali è risultato quello più performante dell’intera economia italiana. Su questa tendenza influisce la crescente domanda da parte delle imprese, anche di micro e piccola dimensione, di soluzioni di intelligenza artificiale (IA) e di sistemi robotizzati.

L’analisi dell’Ufficio Studi che delinea gli sviluppi dell’economia digitale tra la imprese italiane è proposta nell’articolo I numeri delle imprese/ “Le nostre PMI primeggiano in Ue per uso di robot e IA” a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato oggi su IlSussidiario.net.

L’analisi dei conti nazionali pubblicati dall’Istat a fine novembre evidenzia che nel terzo trimestre del 2023 si registrano andamenti congiunturali positivi del valore aggiunto dello 0,2% nella manifattura, dello 0,9% delle costruzioni e dello 0,1% dei servizi. Tra questi, la migliore performance, con una crescita dell’1,0%, si registra nei servizi di informazione e comunicazione. Nel complesso dei primi tre trimestri del 2023 l’economia digitale si conferma una locomotiva della crescita, segnando un aumento del valore aggiunto del 3,6%, un ritmo doppio della crescita dell’1,8% dei servizi, e ampiamento superiore alla media (+0,8%). Insieme a quello delle costruzioni, il comparto dei servizi digitali è stato uno dei driver della ripresa post-pandemia.

Tra i servizi digitali stanno acquistando una crescente rilevanza le soluzioni di intelligenza artificiale, il cui utilizzo si sta diffondendo nel mondo delle imprese. Il più recente dibattito sull’IA, innescato dal lancio di ChatGPT, ha dato una grande rilevanza alle analisi e studi sull’evoluzione dei processi di digitalizzazione delle aziende e gli effetti sul mercato del lavoro, ma va ricordato che gli istituti di statistica indagano sull’uso degli applicativi di IA da oltre cinque anni ed hanno consolidato un ampio set di informazioni sulla diffusione di queste tecnologie nel sistema delle imprese. In questo filone di ricerca si colloca anche il 18° Rapporto annuale di Confartigianato ‘Intelligenza Artigiana, la sfida dell’IA’ pubblicato nelle scorse settimane – qui i key data – nel quale si delineano i cluster delle imprese pioniere dell’AI e utilizzatrici dei robot.

In Italia vi sono 134mila imprese con almeno 3 addetti che nel biennio 2021-2022 hanno utilizzato soluzioni di intelligenza artificiale, pari al 13,1% e di queste sono 124.959 le micro e piccole imprese (MPI), pari al 93,3% del totale.

In chiave settoriale, la quota di imprese utilizzatrici di sistemi di IA è più elevata nel manifatturiero dove è del 16,0% pari a 30mila imprese, seguito dai servizi con 12,6%, pari a 90mila imprese e dalle costruzioni con 11,6%, pari a 14mila imprese.

Un esame per settore evidenzia che le quote più elevate, e superiori al 20%, di imprese utilizzatori di sistemi di IA nell’ambito del terziario si osservano per assicurazioni con 51,2%, servizi finanziari con 31,1%, vigilanza e investigazione con 26,7%, produzione di software, consulenza informatica con 26,7%, trasporto aereo con 25,5%, telecomunicazioni con 22,9%, ricerca scientifica e sviluppo con 20,6% e alloggio con 20,3%, mentre nella manifattura no energy, dopo la produzione del tabacco con il 50%, seguono i prodotti farmaceutici con 31,6% e i prodotti chimici con 25,1%, gomma e materie plastiche con 23,8%, macchinari ed apparecchiature con 23,2%, computer e prodotti di elettronica con 20,9%, bevande con 20,1% e stampa e riproduzione di supporti registrati con 20,1%.

La tipologia di soluzione di IA più frequente è legato alle esigenze di prevenzione e risposta ad attacchi informatici o a tentativi di sottrazione di dati (32,5% degli utenti di IA), controllo dell’accesso a luoghi, a dati o a servizi (17,8%), controllo dell’accesso a luoghi, a dati o a servizi (17,8%), manutenzione predittiva (o preventiva) di macchinari (inclusi automezzi) (17%), gestione della logistica  (15,7%), ottimizzazione dell’utilizzo di energia, del consumo di materie prime e del trattamento dei rifiuti (15,5%), automazione di processi produttivi (esclusi i robot) (14,4%), applicazioni di contabilità e finanza  (13,4%), automazione delle funzioni di vendita online di beni e servizi  (11,3%).

Le tecnologie di IA nelle imprese si intrecciano con un crescente utilizzo dei sistemi robotizzati. Il confronto internazionale evidenzia che l’Italia è terza in Ue a 27 per la quota di piccole e media imprese (10-249 addetti) che utilizzano robot, pari all’8,3% e superiore al 5,6% della media europea. L’Italia segue la Danimarca (10,6%) e il Belgio (9,6%), ma presenta una maggiore diffusione di produzione robotizzata rispetto alla Francia (6,8%, al 7° posto in Ue), risultando pressoché doppia rispetto a quella registrata in Germania (4,4%, 17° posto in Ue).

È di rilievo anche l’offerta di robot made in Italy: al 30 settembre 2023 in Italia sono attive 524 imprese nella fabbricazione di robot, con 10 mila e 900 addetti. La presenza di sistemi della meccanica avanzata, il dinamismo della start-up innovative e la presenza di corsi di laurea specializzati in ingegneria robotica e dell’automazione contribuiscono a delineare i territori maggiormente specializzati nella produzione di robot. Al primo posto per vocazione alla produzione di robot troviamo la provincia di Pisa con 16 imprese e un indice di specializzazione di 420 – sopra 100 si ha una presenza di imprese del settore superiore alla media nazionale – seguita da Modena con 28 imprese e un indice  di 419, Vicenza sempre con 28 imprese e un indice di 368, Brescia con 38 imprese e un indice  di 337, Treviso con 22 imprese e un indice di 267, Piacenza con 7 imprese e un indice di 261, Udine con 11 imprese e un indice di 249, Bologna con 22 imprese e un indice di 247, Pordenone con 6 imprese e un indice di 245 e Ancona con 9 imprese e un indice di 240.

La sfida dell’Intelligenza Artificiale, l’Intelligenza Artigiana – I sistemi di intelligenza artificiale porteranno ad un nuovo equilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA. Diversi lavori della letteratura più recente evidenziano che l’IA più che sostituire, si integrerà con numerose attività professionali, tra cui quelle di direzione di impresa, consentendo l’automazione di alcuni compiti e liberando tempo per svolgere altre funzioni. L’intelligenza artificiale si fonderà in modo collaborativo con l’”intelligenza artigiana” degli imprenditori. È in questa prospettiva che si colloca la maggiore diffusione di sistemi robotizzati tra le piccole e medie imprese italiane. E si confermerebbe la prima legge della robotica redatta a metà del secolo scorso dal visionario scrittore di fantascienza Isaac Asimov (IA anche lui…), secondo la quale “un robot non può recare danno a un essere umano”.

 

L’articolo STUDI – Imprese pioniere dell’IA e Italia 3a in Europa per uso dei robot nelle PMI proviene da Confartigianato Imprese.