MEDIA – Più credito alle Pmi con la riforma del Fondo di garanzia. Confartigianato su Il Foglio

MEDIA – Più credito alle Pmi con la riforma del Fondo di garanzia. Confartigianato su Il Foglio

Oggi sul quotidiano ‘Il Foglio‘, Confartigianato approfondisce i temi del costo del denaro e delle difficoltà di ottenere finanziamenti e commenta la riforma, in vigore dal 1° gennaio, del Fondo di garanzia per le Pmi, il principale strumento pubblico nazionale a sostegno dell’accesso al credito delle imprese di piccole dimensioni.

La riforma è il frutto di un dialogo costruttivo tra Confartigianato e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e, in particolare, con il Sottosegretario Massimo Bitonci, che ha la delega al Fondo. Bitonci ha raccolto gran parte delle esigenze delle piccole imprese per una revisione della disciplina della garanzia pubblica anche orientata a riconoscere maggiore integrazione con la garanzia privata.

 

Leggi il testo dell’articolo su Il Foglio con le considerazioni del Presidente di Confartigianato Marco Granelli

In attesa del taglio ai tassi di interesse da parte della Bce, ipotizzato nella seconda metà del 2024, le imprese stanno scontando i pesanti effetti della stretta monetaria iniziata a luglio 2022. Basti dire che, nell’ultimo anno, secondo le rilevazioni di Confartigianato, le micro e piccole aziende hanno subito un aumento di 7,4 miliardi del costo del credito e una riduzione del 6,3% dei prestiti. Con la conseguenza di una frenata del 2,7% degli investimenti in macchinari e impianti.

“Noi imprenditori – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – abbiamo bisogno di chi dà fiducia alle nostre idee, di chi sostiene i nostri progetti, il nostro lavoro. Il credito, i finanziamenti sono il nostro ossigeno. La finanza d’impresa, con nuove soluzioni alternative alla dipendenza bancaria, rappresenta un fattore strategico per sostenere gli sforzi del sistema produttivo e consolidare le prospettive di ripresa del Paese”.
Alle aspettative degli imprenditori ‘risponde’ ora la riforma del Fondo di garanzia per le Pmi, in vigore dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, che aumenta il plafond disponibile per ogni impresa, amplia la platea delle aziende che possono accedere alla garanzia, introduce la gratuità per le micro imprese, definisce nuove percentuali di copertura.

Per Confartigianato “la riforma del principale strumento pubblico nazionale a sostegno dell’accesso al credito delle imprese di piccole dimensioni è il frutto di un dialogo costruttivo con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e, in particolare, con il Sottosegretario Massimo Bitonci, che ha la delega al Fondo. Bitonci ha raccolto gran parte delle esigenze delle piccole imprese per una revisione della disciplina della garanzia pubblica anche orientata a riconoscere maggiore integrazione con la garanzia privata”.

A questo proposito, il Presidente Granelli fa riferimento ai Consorzi Fidi che, in questi ultimi anni di crisi, sono riusciti ad essere complementari all’azione di sostegno dello Stato, contribuendo a favorire l’accesso al credito delle piccole e piccolissime imprese che presentavano maggiori difficoltà. I Confidi hanno concesso garanzie private che si sono affiancate a quella del Fondo e, valorizzando la conoscenza delle imprese consorziate e la loro prossimità territoriale, le hanno indirizzate e accompagnate nell’utilizzo di ulteriori agevolazioni messe in campo dagli enti locali”.

“In questi anni – aggiunge Granelli – abbiamo assistito ad un’attività straordinaria del Fondo di Garanzia per le Pmi. Dal 2000 al 2019 le garanzie deliberate dal Fondo sono state pari a 97,3 miliardi di euro e nel 2020 e 2021, per effetto della crisi pandemica, sono aumentate fino a 173,5 miliardi di euro”.

“Oggi la situazione dell’accesso al credito delle piccole imprese – spiega il Presidente di Confartigianato – va quindi affrontata anche con una riforma del Fondo che deve sapersi adeguare strutturalmente alle mutate condizioni di mercato, cessando di operare ‘in emergenza’ e recuperando in modo strutturale la sua funzione di sostegno a quelle imprese che incontrano le maggiori difficoltà nel rapporto con il canale bancario. Se lo Stato deve impegnare ingenti risorse per garantire un’alta percentuale di garanzia, queste devono andare essenzialmente a beneficio delle imprese meritevoli, ma escluse dai finanziamenti. Non va poi trascurata l’esigenza di superare le strettoie del credito ordinario con un intervento diretto del pubblico che, laddove il mercato ha dimostrato di fallire, possa intervenire a supporto delle micro e piccole imprese con un mix di strumenti di incentivazione e di credito agevolato, ispirato ad un’efficace azione di programmazione delle politiche di sostegno all’impresa diffusa. Mi auguro possiamo fare tesoro di questo anno di transitorietà della riforma per la messa a punto delle regole del Fondo, valorizzando il ruolo del nuovo Comitato partecipato dalle Associazioni di impresa”.

 

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