INNOVAZIONE – Il Vicepresidente di Confartigianato Massimino alla Conferenza internazionale Arc2 sulla privacy: “Rafforzare la tutela delle Mpi”

INNOVAZIONE – Il Vicepresidente di Confartigianato Massimino alla Conferenza internazionale Arc2 sulla privacy: “Rafforzare la tutela delle Mpi”

L’utilizzo sempre più diffuso delle nuove tecnologie tocca molto da vicino la vita delle imprese, impattando sia sui processi produttivi sia sui rapporti con soggetti esterni, dal sistema creditizio ai rapporti con la PA, con il rischio di una lesione sempre maggiore del diritto alla riservatezza delle persone. Un esempio che mette bene in evidenza tali criticità è quello relativo ai controlli fiscali e rispetto alle quali diventa fondamentale il ruolo di tutela del Garante, soprattutto per le micro e piccole imprese.

È quanto ha evidenziato dal Vice Presidente di Confartigianato, Domenico Massimino, intervenuto alla Conferenza internazionale del Progetto ARC 2, promossa dal Garante della privacy italiano e dall’Autorità croata.

La legge delega in materia fiscale, in fase di attuazione, contempla l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in relazione sia alla lotta all’evasione fiscale, sia all’effettuazione dei controlli. In questo scenario si pongono molti interrogativi e preoccupazioni da parte delle imprese, soprattutto quelle piccole, che potrebbero trovare molte difficoltà nel raffrontarsi con una amministrazione fiscale che diventa “artificiale” e che diminuisce gli spazi di confronto e di “reale” relazione. Da questo punto di vista si pensi alla difficoltà di garantire un contraddittorio nel caso di attività accertative nei confronti di un contribuente se l’innesco e il risultato che viene contestato è frutto di analisi basate sull’IA. Una vera garanzia del contraddittorio presuppone la conoscenza da parte dell’impresa dell’algoritmo che potrebbe essere generato dall’IA. Altrettanto necessario rimane preservare il rapporto interpersonale e non solo basato su scambi telematici.

Risulta, quindi, evidente che l’utilizzo dell’IA in ambiti particolarmente delicati quale quello fiscale, richiede una tutela rafforzata della privacy, soprattutto per i soggetti per i soggetti più “vulnerabili” (cittadini singoli e micro imprese) che potrebbero essere sguarniti di fronte all’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate.

Fondamentale, quindi, appare il ruolo del Garante a baluardo della privacy su un tema di così grande rilevanza. Un ruolo che, come in passato, auspichiamo possa essere svolto sulla base del confronto e della piena collaborazione con il mondo della rappresentanza della micro impresa e dell’artigianato. Collaborazione che, avviata fin dall’entrata in vigore del GDPR, ha portato a risultati molto proficui quali la predisposizione di Linee guida per l’attuazione del Regolamento, che hanno consentito ai più piccoli di adeguarsi, riducendo gli inutili appesantimenti burocratici, ma privilegiando la sostanza della tutela dei dati personali.

“Auspico, quindi, – ha sottolineato Massimino – che questo nostro dialogo con il Garante possa proseguire e rafforzarsi per evitare che le norme poste a livello europeo e nazionale sui temi di grande rilevanza per il futuro (dalla cybersicurezza all’IA) diventino un limite di tipo burocratico per le imprese“.

Il Vice Presidente di Confartigianato ha colto infine l’occasione per chiedere un intervento concreto al Garante in merito alla semplificazione della gestione dei profili privacy da parte delle micro imprese: l’applicazione della valutazione d’impatto, la c.d. DPIA. Questa particolare procedura, prevista dal GDPR, dovrebbe essere effettuata in casi molto particolari, ovvero quando il Titolare si appresta ad utilizzare nuove tecnologie che possono mettere a rischio i diritti e le libertà degli interessati, in particolare quelli più vulnerabili. Si tratta di un principio certamente condivisibile la cui attuazione, tuttavia, ha assunto nel nostro paese una connotazione burocratica – da adempimento standard – che contraddice e vanifica la ratio del Regolamento europeo. La DPIA, infatti, nell’incertezza del suo campo di applicazione viene generalmente effettuata anche per trattamenti oramai diffusissimi e “basici”, quali la videosorveglianza per la sicurezza dei beni dell’impresa e la geolocalizzazione dei veicoli aziendali. Per moltissime realtà aziendali, si tratta di installare una videocamera all’ingresso del magazzino e geolocalizzare il furgone, guidato magari dallo stesso imprenditore o dai suoi collaboratori familiari, senza utilizzare tecnologie innovative (ad es. il riconoscimento tramite dati biometrici). Su questo tema, l’intervento chiarificatore dell’Autorità – che escluda tali trattamenti dall’ambito di applicazione della DPIA – potrebbe davvero liberare le imprese da inutili adempimenti, permettendo alle stesse di dedicare le giuste risorse alla vera tutela della riservatezza dei dati personali di clienti, fornitori e dipendenti.

 

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