EUROPA – Confartigianato agli Eurodeputati italiani: “No a passi indietro nel Regolamento contro i cattivi pagatori”

EUROPA – Confartigianato agli Eurodeputati italiani: “No a passi indietro nel Regolamento contro i cattivi pagatori”

Giovedì 22 febbraio, la Commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) del Parlamento europeo voterà la sua relazione sulla proposta di Regolamento relativo ai ritardi di pagamento. Si tratta di un dossier fondamentale per Confartigianato, da anni in prima linea per ristabilire etica e correttezza nei rapporti economici tra gli imprenditori e tra le imprese e la Pubblica Amministrazione.

Già nel 2009, con la proposta di revisione della prima direttiva del 2000 sui ritardi di pagamento, la Confederazione si è schierata a favore di un rafforzamento delle sanzioni contro chi paga in ritardo rispetto ai termini convenuti. Più tardi, nel 2013, il Presidente di Confartigianato era stato nominato rapporteur per l’Italia dall’allora Vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani sull’applicazione della Direttiva.

Lo scorso settembre, la Commissione europea ha presentato la sua proposta legislativa, con l’obiettivo di contrastare in maniera decisa i ritardati pagamenti a danno di milioni di micro e PMI.

Da una Direttiva si passerebbe ad un Regolamento, direttamente e uniformemente applicabile in tutta l’Unione europea. Sono previste misure ad hoc per i rapporti commerciali con la Pubblica Amministrazione, i cui pagamenti effettuati oltre i termini di legge nel 2022 ammontano, secondo un rapporto di Confartigianato, a 37 miliardi di euro.

Per ciò che riguarda le transazioni commerciali tra imprese, si prevede un termine inderogabile di 30 giorni: questo soprattutto a causa degli inevitabili squilibri contrattuali a danno delle micro e PMI, che sempre più spesso si vedono imporre scadenze di pagamento inique dai grandi, e spesso cattivi, pagatori.

Per gli operatori di piccole dimensioni è cruciale disporre della liquidità necessaria per le sfide legate alla doppia transazione, a maggior ragione nell’attuale contesto in cui il ricorso al credito è scoraggiato da un quadro economico incerto e dagli alti tassi di interesse.

Molte sono state le polemiche contro l’iniziativa della Commissione europea: al Parlamento, la relatrice Roza Thun ha proposto di individuare termini un po’ più lunghi, 60 giorni, per i prodotti a lenta rotazione. Confartigianato ha presentato diverse proposte, ad esempio finalizzate ad incoraggiare la compensazione di crediti e debiti delle imprese verso la Pubblica Amministrazione, che sono state recepite negli emendamenti di compromesso presentati dalla relatrice e in votazione giovedì.

Al tempo stesso, però, il gruppo dei Popolari europei – PPE con il gruppo dei conservatori – ECR hanno presentato proposte di compromesso che di fatto riporterebbero la disciplina dei ritardi di pagamento indietro di decenni, annullando i passi avanti che si sono ottenuti con l’attuale direttiva e con gli sforzi messi in campo dalla Commissione Europea con il testo attualmente in discussione. In particolare, Confartigianato segnala l’eliminazione dell’articolo 4 della proposta che contiene finalmente tutele efficaci per le PMI.

Confartigianato ha espressamente chiesto ai deputati italiani di sostenere gli emendamenti di compromesso della relatrice, poiché rappresentano una soluzione equa, efficace e proporzionata. Al contrario, la Confederazione si oppone ad ogni lettura che non preveda termini chiari per i pagamenti con la conseguenza di creare nuovi costi o svantaggi competitivi per gli operatori di piccole dimensioni.

“Nell’Europa del futuro, le micro e PMI, che rappresentano quasi il 99% del tessuto imprenditoriale dell’Ue – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – devono poter contare su un quadro normativo che indichi termini di pagamento chiari e prevedibili e permetta una gestione anticipata dei flussi di cassa al fine di poter programmare gli investimenti necessari allo sviluppo dell’azienda e a cogliere le opportunità delle transizioni green e digitale”.

 

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