CREDITO: Senza un adeguato patrimonio e adeguate correzioni degli indici di bilancio molte Pmi in futuro non otterranno credito dalle banche

CREDITO: Senza un adeguato patrimonio e adeguate correzioni degli indici di bilancio molte Pmi in futuro non otterranno credito dalle banche

Passato il biennio in cui il sistema bancario, sotto la spinta del Governo e invogliato dalle garanzie del Fondo Mcc, avrà sostenuto le Pmi dai primi finanziamenti sino a 25.000 € (saliti in conversione del dpcm a 30.000 €) garantiti al 100%, ai più corposi finanziamenti sino a 800.000 € (garantiti al 90% sempre dal Fdg), le aziende troveranno ostacoli difficili da dribblare al rinnovo e conferma delle linee di credito ordinarie. In ogni caso dovranno affrontare un rilevante incremento del loro costo per l’intervenuto aumento del rischio di insolvenza che il sistema bancario andrà ad evidenziare via via che i predetti crediti garantiti, superato il periodo di prefinanziamento che richiede il pagamento solo della quota interessi, arriveranno a maturare le prime rate per capitali che potranno andare insolute.

Nel 2021 e ancor più nel 2022 le aziende che non otterranno i flussi di cassa attesi e che non sono state dotate preventivamente di adeguato patrimonio per affrontare tale evento, non potranno pensare di sostituire il credito garantito da Fdg, che giunge a maturazione, col credito ordinario, che a nostro avviso verrà negato anche se assistito magari da garanzie ipotecarie o personali offerte nell’occasione.

I parametri di Basilea 3, in particolare gli indici di indebitamento e di patrimonializzazione, riprenderanno ad espletare i loro pieni effetti di selezione del credito e del relativo costo.
Prevediamo che molte Pmi potranno entrare in difficoltà perché tali parametri, che già non erano pienamente rispettati pre-covid, ritorneranno ad essere rigidamente adottati dal sistema bancario, ritornato magari ad accumulare crediti incagliati o insoluti (non performing loan ) e quindi a sua volta con minori disponibilità a concedere credito.
Due sono le alternative a cui gli imprenditori devono prepararsi, sfruttando positivamente il tempo concesso dagli attuali finanziamenti garantiti dallo Stato:
-intraprendere tutte le azioni necessarie per aumentare i ricavi e diminuire i costi (efficienza) per poter far generare alle loro aziende adeguati flussi di cassa, in grado di garantire il rimborso delle rate dei finanziamenti in scadenza;
-porre mano al portafoglio personale per dotare le proprie aziende per tempo di adeguati aumenti di capitale, resisi necessari dai mancati flussi di cassa inferiori rispetto alle previsioni riportate a volte nei generosi Business Plan con cui hanno ottenuto i crediti garantiti dallo stato.

In questa situazione sarebbe opportuno che lo Stato pensasse di affrancare gli utili conseguiti e lasciati in azienda perché questo sarebbe a nostro avviso il percorso migliore per invogliare sia i soci delle aziende che i titolari di ditte individuali non solo a non prelevare gli utili, ma a mantenerli nel tempo in azienda in vista delle previste necessità di miglioramento degli indici patrimoniali, facendo di conseguenza affluire tali flussi in un fondo apposito, da porre a garanzia dei maggiori interventi che il sistema bancario dovesse essere chiamato a sostenere.
In piu’ vogliamo metterci che a settembre 2021 (salvo proroghe ulteriori) entreranno in vigore gli indicatori di crisi d’impresa?

Ebbene, fare sistema e pensarci per tempo potrebbe evitare alle banche, alle imprese e allo Stato di affrontare impreparati un rimbalzo di crisi finanziaria fra un biennio.
Confartigianato , grazie alle sue società di servizi di consulenza e alla sua rete di professionisti convenzionati sono in grado di assistervi per tempo.

Articolo a cura dell’UFFICIO CREDITO di CONFARTIGIANATO BOLOGNA
Luciano Moda
Tel: 051405812
Mail: l.moda@confartigianatobologna.it

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