CONFARTIGIANATO: LETTERA ALLE BANCHE del SEGRETARIO CREMONESI

CONFARTIGIANATO: LETTERA ALLE BANCHE del SEGRETARIO CREMONESI

“Cara banca ti scrivo così mi distraggo un po’ (si fa per dire) e siccome sei molto lontana più forte ti scriverò… l’anno vecchio è finito ma qualcosa ancora non va, si esce poco la sera…

Ma la televisione ci spiega che nessuno sarà lasciato solo, che si potranno chiedere finanziamenti a tassi molto bassi e che tutti o quasi,potranno accedervi.
E così speranzosi, molti si sono accostati ai 160 provvedimenti e altrettante circolari, ordinanze, delibere, protocolli.

Abbiamo poi sentito parlare di bazooka di liquidità per finanziamenti e crediti (europei, nazionali, regionali) e del mitico contributo di 25.000 euro alle piccole imprese. Un prestito che in altri paesi è riconosciuto in pochi giorni ed erogato direttamente sul conto corrente, ma che da noi richiede una folta e variegata documentazione: bilanci coi relativi verbali, dettaglio dei conti, Durc, Durf, DM10, debiti tributari, affidamenti bancari, carte del mutuo o del leasing…
Certo comprendiamo le difficoltà di tutti, anche le vostre. Eppure molti cittadini/artigiani di fronte alla moratoria delle rate di mutuo e la sospensione degli accordi di risoluzione di affidamento (una sorta di atto dovuto) hanno trovato sportelli chiusi, operatori telefonicamente irraggiungibili, modulistiche estemporanee.

Alcuni istituti, inoltre, non hanno pubblicato nel loro sito neppure l’account di posta elettronica ordinaria della filiale.
Dopo settimane di attesa vengono richiesti ulteriori moduli diversi per ogni banca (dati contabili e di fatturato infra annuale mese su mese 2020/2019) difficili da reperire data la quasi totale chiusura degli uffici.

Senza contare che per i finanziamenti superiori ai 25.000 euro garantiti “solo” al 90%” viene richiesta una istruttoria aggiuntiva, che è veloce per aziende in “buona salute” ma eterna per quelle in difficoltà.
Da ultimo molto variabile e indeterminata la consistenza degli interessi che spesso si avvicina agli oneri applicati in condizioni ordinarie.

Non abbiamo chiaro se sia un problema di decretazione frettolosa o mal comunicata, di burocrazia o di inefficienza. E non ci interessa puntare il dito contro qualcuno. Più semplicemente vorremmo essere aiutati a mantenere in vita le nostre aziende. E se anziché bazooka che sparano liquidità a parole ci fossero risorse concrete e immediate, ci accontenteremmo delle meno ambiziose fionde.

Cara banca, attraversiamo un tempo difficile e sappiamo bene che in tante situazioni i nostri associati hanno trovato una disponibilità non comune in tanti vostri operatori.
Eppure ci piacerebbe che queste non fossero eccezioni ma norma e la richiesta di finanziamenti non fosse una corsa ad ostacoli.

In particolare dalle banche locali, che maggiormente conoscono il territorio e il tessuto produttivo che tante piccole realtà artigianali e commerciali contribuiscono ogni giorno a sostenere, ci aspetteremmo una vicinanza, una visione di futuro e un contributo per capire insieme se le misure nazionali, molto spesso più comunicate che realizzate, sono sufficienti per ripartire e se ci sono altre iniziative concrete per affiancare i piccoli e medi imprenditori.

Il presidente Conte ha chiesto alle banche un atto d’amore verso i cittadini, noi più prosaicamente chiediamo non solo affetto ma il riconoscimento di un interesse economico e sociale reciproco per provare a ricominciare insieme
E chissà cara banca se, come cantava l’indimenticato L. Dalla “potremo togliere i sacchi dalle finestre e ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno” almeno di quel che resta”

Giuseppe Cremonesi
Segretario Confartigianato Bologna

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